TUTTI I MATERIALI DI EDUCAZIONE CIVICA PER IL TEMA DEL 13 DICEMBRE

ARTICOLO DA RIASSUMERE

(pubblicato su "la Repubblica" del 9 maggio 2021, firmato da Ilvo Diamanti, col titolo Più soli con il Covid, crolla l'impegno in politica e il volontariato)

Tutti sperano che la pandemia finisca presto. Ma siamo consapevoli, al tempo stesso, che lascerà conseguenze profonde non solo sulla nostra salute e sul sistema sanitario. Ma sulla nostra vita. Personale e pubblica. Sulla realtà politica, sulla democrazia, come abbiamo già osservato. E sulla società. Perché la società è un tessuto di “rel-azioni inter-personali“ e di “azioni personali”. Molti di noi, in tempi normali, dedicano una parte del loro tempo a iniziative ed esperienze di partecipazione. Di impegno civile, comunitario. Di espressione e ri-creazione. Si tratta di pratiche necessarie a costruire e ri-produrre la società. Perché “partecipare” significa “prendere parte”.

LE TABELLE

Senza partecipazione non c’è società, ma solo una somma di individui. Racchiusi, talora: chiusi e perfino rin-chiusi, nel loro ambiente “privato”. Insieme ai familiari e a - pochi- amici. Per questo occorre prestare attenzione al declino della partecipazione. E, con velocità crescente, dall’inizio del 2020. Cioè, dall’avvento del Covid.

I dati dell’Osservatorio sulla Sicurezza, curato da Demos per la Fondazione Unipolis, offrono un profilo chiaro – e inquietante – di questa tendenza. Tutte le principali forme di partecipazione appaiono in calo, soprattutto dopo il biennio elettorale 2018-19. Questo fenomeno, però, non riguarda solo – e soltanto – le iniziative “politiche”. Si allarga, invece, a tutti i settori. A partire dal volontariato. E coinvolgono le organizzazioni che operano in ambito culturale, sportivo e ricreativo. Le esperienze più “partecipate”, che accompagnano tutti i contesti. E tutte le età. Nell’ultimo anno e mezzo, cioè: dalla fine del 2019, la partecipazione è crollata. In ambito politico: risulta sparita. Infatti, “ammette” di averla praticata, anche una sola volta nel corso dell’anno, meno del 10% degli italiani (intervistati).

Lo stesso orientamento emerge per le “manifestazioni pubbliche di protesta”. Ciò non significa che non vi siano più mobilitazioni. Di certo non mobilitano le “masse”. E per ottenere visibilità sui media e sui social, adottano azioni e “parole” appariscenti. Anche la partecipazione a iniziative collegate ai problemi locali e del territorio, nell’ultimo anno e mezzo, si è ridotta sensibilmente. Praticamente, dimezzata: da 38% al 20%. Com’è avvenuto nel “volontariato sociale”, che vede la partecipazione scendere dal 44% al 24%. Oggi, nel sondaggio dell’Osservatorio sulla Sicurezza di Demos-Fondazione Unipolis, quasi 6 italiani su 10 (il 57%) afferma di non aver partecipato ad alcuna attività pubblica e sociale.

È una dinamica che appare particolarmente “dinamica”, in rapida accelerazione, negli ultimi mesi. Dunque, nel 2021. Una dinamica che rende più “statica” la società. Ovviamente, si tratta di un orientamento tutt’altro che in-giustificato e in-comprensibile. Al contrario. Visto che quasi 9 italiani su 10 (oggi: l’85%) si dicono (abbastanza o molto) preoccupati dalla diffusione del Covid. D’altronde, l’andamento del contagio e dei decessi resta molto elevato, come sottolineano i “bollettini” che si susseguono, ogni giorno. Senza sosta. Perché la paura non fa solo paura. Ma anche spettacolo. Comunque: ascolti elevati.

Tuttavia, non possiamo sottovalutare il significato - ed effetti - di questa tendenza sul piano sociale. Perché la paura del Covid può indebolire e erodere le basi stesse della società. Il sistema di relazioni fra le persone. L’impegno nella vita pubblica. I legami di solidarietà. Più semplicemente, i rapporti con gli altri.

E “confonde” la nostra identità, che si forma con-vivendo, vivendo insieme, con-dividendo: valori, esperienze. Le stesse paure. Si tratta di un percorso insidioso per tutti, che procede in modo particolarmente veloce al crescere dell’età. Fra i più giovani gli indici di partecipazione sono calati, ma in misura molto ridotta rispetto agli adulti e agli anziani. I settori maggiormente colpiti dalla pandemia, fino a qualche mese fa. Prima che il Covid si diffondesse anche fra i giovani.

Fra coloro che superano i 65 anni, la vita associativa e sociale appare “rarefatta”. Comprensibilmente, perché la prudenza si somma ai problemi e ai timori im-posti dall’età. Tuttavia, nella società italiana, demograficamente, la più “vecchia” in ambito europeo, il sondaggio di Demos-Fondazione Unipolis disegna una cornice “sicuramente in-sicura”. Racconta la storia di una società “ancorata al presente”. Anzi, “all’immediato”. Tratteggia, dunque, una “società senza storia”. Perché “il passato è passato e il futuro non si vede”.

Così, viviamo, in un “tempo sospeso”. In una “società sospesa”. Per questo è importante osservare e contrastare l’impatto del Covid, sotto il profilo sanitario e della salute. Ma senza trascurare le conseguenze sulla vita pubblica. Sulle relazioni inter-personali. Per non ritrovarci, in un futuro (speriamo) prossimo, liberi dal Virus. Ma soli. Senza società. E senza futuro.

ALTRI MATERIALI PER LAVORO DI EDUCAZIONE CIVICA (oltre ai due articoli già in link)

Testo della Legge 266/91 - Legge quadro sul volontariato (primi due articoli)

Art. 1. Finalità e oggetto della legge

 1. la Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuato dallo Stato, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali. 2. La presente legge stabilisce i principi cui le regioni e le province autonome devono attenersi nel disciplinare i rapporti fra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni di volontariato nonché i criteri cui debbono uniformarsi le amministrazioni statali e gli enti locali nei medesimi rapporti. 

Art. 2. Attività di volontariato

1. Ai fini della presente legge per attività di volontariato deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà. 2. L’attività del volontariato non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere soltanto rimborsate dall’organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse. 3. La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonome e con ogni altro rapporto di contenuto patrimoniale con l’organizzazione di cui fa parte.

Dal sito https://www.open-cooperazione.it/web/top-10-organizzazioni.aspx?anno=2019

dove sono reperibili anche molte altre informazioni in merito a addetti coinvolti, progetti attivati, zone operative, riporto di seguito il primo elenco che riporta i bilanci delle entrate per le prime 10 organizzazioni di volontariati italiane, aggiornato al 2019. 

1Save the Children Italia ONLUS
€ 113.196.928,00
2Fondazione AVSI
€ 80.475.535,82
3INTERSOS - Organizzazione Umanitaria Onlus
€ 75.986.485,00
4unicef - Comitato Italiano per l'UNICEF onlus
€ 65.722.647,00
5Medici Senza Frontiere Onlus
€ 63.446.356,26
6EMERGENCY ONG ONLUS
€ 53.877.340,00
7COOPI Cooperazione Internazionale
€ 49.203.465,00
8CISP
€ 45.278.431,94
9ActionAid International Italia Onlus
€ 43.457.831,00
10MEDICI CON L'AFRICA CUAMM
€ 43.016.371,00

Di seguito il link per leggere un articolo che fa riferimento a un romanzo di Luca Rastello del 2014, intitolato I buoni, che ha fatto molto discutere. 


Schema per prepararsi al tema (organizzato  prevalentemente a domande)

1) Cosa s'intende con volontariato e a quali esigenze/mancanze sopperisce? 
2) Com'è organizzato il volontariato nella contemporaneità?
3) Volontariato e capitalismo: qual è o quali sono i nessi riconoscibili  fra l'uno e l'altro?
4) Campiona almeno due tipologie di volontariato che differiscano notevolmente l'una dall'altra. 
5) Riporta a una dimensione personale, soggettiva, il volontariato, pensando a quali sarebbero motivazioni che ti potrebbero indurre a impegnarti in un'attività di volontariato.
6) Concepisci, a prescindere dalle tue opinioni personali, delle critiche al volontariato e prova a replicare a ciascuna di esse. 

RIPORTO QUI ANCHE I MATERIALI ORIGINARI





Commenti

Post popolari in questo blog

MATERIALI PER RETI CONCETTUALI MODULO 1

INDICAZIONI PER ORE DI EDUCAZIONE CIVICA LUNEDI' 20 - VERIFICA SOLO ORALE

MODULO DI EDUCAZIONE CIVICA - ARTICOLO 9