INTERROGAZIONI MODELLO COLLOQUIO ESAME (in continuo aggiornamento)

 Il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale della studentessa o dello studente. A tal fine la commissione, tenendo conto anche di quanto previsto dall’articolo 1, comma 30, della legge 13 luglio 2015, n. 107, propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera.


1)

Maschera di Zanni
2) I fatti costitutivi della realtà politica, contemporanea alla Dichiarazione del 1776, mostrano inequivocabilmente che donne, neri e nativi, a diverse condizioni, non erano partecipi del diritto alla felicità, dispensato dal e all’uomo bianco cristiano. Ammettendo pure, le buone intenzioni filosofiche degli estensori e mancando una definizione precisa nel testo (perché impossibile), la felicità appare perciò un’aspirazione, un diritto a cui tendere nel divenire futuro che si schiude con l’Indipendenza, appena conquistata. In questo senso, la felicità non è presente e quando sembra manifestarsi essa pare tanto sfuggente quanto effimera, episodica e di breve durata. Soprattutto, è un concetto “contenitore” e “plastico”, un termine che si può riempire e modellare variandone il significato nel tempo, dunque, anche la comprensione nella comunità dei parlanti lo stesso idioma.

3) Sorge il sospetto che con ben altro sguardo antropologico, probabilmente il popolo più felice del mondo potrebbe essere in realtà un gruppo di Masai dell’Africa orientale, dove gli etnografi registrano un indice di soddisfazione della vita (felicità) simile a quello dei 400 americani più ricchi nella lista di Forbes…

4) La decadenza della commedia dell’arte si può ricostruire servendosi di quanto avverte Goldoni nella sua contemporaneità: essa si è ridotta a praticare il genere delle caricature di personaggi e a appiattire  le rappresentazioni in scene buffonesche, puntando molto su volgarità e eccessi. Una responsabilità in questo deterioramento dei repertori e delle prestazioni risale senza dubbio a quello che, inizialmente, è stato un fattore positivo per lo sviluppo e la diffusione di questo genere: l’elevata richiesta di spettacoli da parte di nobili e regnanti d’Europa, che domandavano espressamente di essere intrattenuti con questi spettacoli e che prediligevano le compagnie italiane.
5)

MIRANDOLINA: Che piano! Che cosa c’è? Che difficoltà ci sono? Andiamo. Datemi quella mano.

FABRIZIO: Vorrei che facessimo prima i nostri patti.

MIRANDOLINA: Che patti? Il patto è questo: o dammi la mano, o vattene al tuo paese.

FABRIZIO: Vi darò la mano... ma poi...

MIRANDOLINA: Ma poi, sì, caro, sarò tutta tua; non dubitare di me ti amerò sempre, sarai l’anima mia.FABRIZIO: Tenete, cara, non posso più. (Le dà la mano.) (Atto III, scene XIX e ultima).

6) Le classi aristocratiche, sulla scena presenti con i personaggi  del Conte d'Albafiorita, del  Marchese di Forlipopoli nonché del Cavaliere medesimo,  sono soggetti sociali che vivono se non sempre una crisi (di autorevolezza e di ricchezza) per lo meno una messa in discussione della propria funzione sociale, politica e economica. Volta a volta rappresentati come più o meno vanamente boriosi, inattendibili sul piano economico, i nobili sono portati dalla loro condizione sociale e dal riconoscimento che ne deriva a essere poco intraprendenti, mentre questa virtù non manca, insieme alla pazienza e alla tenacia (basti pensare al caso di Fabrizio nella commedia), ai borghesi alla ricerca di un miglioramento delle loro condizioni.

7) Sorge il sospetto che con ben altro sguardo antropologico, probabilmente il popolo più felice del mondo potrebbe essere in realtà un gruppo di Masai dell’Africa orientale, dove gli etnografi registrano un indice di soddisfazione della vita (felicità) simile a quello dei 400 americani più ricchi nella lista di Forbes…

8) Vedi che sdegna li argomenti umani,

sì che remo non vuol, né altro velo
che l’ali sue, tra liti sì lontani.33

Vedi come l’ ha dritte verso ’l cielo,
trattando l’aere con l’etterne penne,
che non si mutan come mortal pelo".36

Poi, come più e più verso noi venne
l’uccel divino, più chiaro appariva:
per che l’occhio da presso nol sostenne,39

ma chinail giuso; e quei sen venne a riva
con un vasello snelletto e leggero,
tanto che l’acqua nulla ne ’nghiottiva.

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