WINCKELMANN (spunti per elaborare il concetto di classicismo) - ENEIDE
“La generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione sia nell’espressione. Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un’anima grande e posata”. (J. J. Winckelmann, Storia dell’arte dell’antichità, 1764)
Il Laocoonte come modello della «nobile semplicità e quieta grandezza» del classico greco. In quello che uno dei passi più celebri della letteratura dell’arte, Winckelmann identifica in «una nobile semplicità e quieta grandezza, sia nella posizione che nell’espressione» il carattere fondamentale dei capolavori greci, e ne vede nel Laocoonte e i suoi figli la realizzazione più alta. Il Laocoonte qui non grida orribilmente come nel canto virgiliano, ma il dolore del corpo si fonde alla grandezza dell’animo. Nella sua tranquillità il Laocoonte ci mostra il vero carattere dell’anima, e quindi del vero: solo quando in riposo e in armonia l’anima si mostra attraverso il corpo nella sua grandezza e nobiltà e, cosa più importante, nel suo «stato normale». Affinché una tale anima venga infusa nella statua, ci dice Winckelmann, lo scultore e il filosofo devono essere una sola cosa e la saggezza deve porgere la mano all’arte. In caso contrario l’arte pecca di «parenthyrsus». Anche qui Raffaello si mostra il migliore imitatore degli antichi e quindi il più capace nel rappresentare la nobile semplicità e quieta grandezza.
Virgilio, Eneide II, 201-242 Qui si presenta al nostro sguardo di sventurati un altro fatto più grave e molto più tremendo e sconvolge i nostri cuori sorpresi. Laocoonte, estratto a sorte come sacerdote di Nettuno, sacrificava un grosso toro presso gli altari solenni. Ma ecco che – tremo nel riferirlo – due serpenti con spire smisurate, da Tenedo, per le profonde acque tranquille si ergono sul mare e si dirigono contemporaneamente verso la riva; i loro petti si ergono fra i flutti e le creste colore del sangue sovrastano le onde, la coda dietro percorre il mare e incurva in una spira i dorsi immensi. Si ode uno scroscio mentre il mare spumeggia ed ormai toccavano terra con gli occhi ardenti iniettati di sangue e fuoco, lambivano le bocche sibilanti con le lingue palpitanti. A quella vista fuggiamo impalliditi. I due serpenti con impeto sicuro si dirigono contro Laocoonte. Prima entrambi i serpenti avvinghiano serrandoli i piccoli corpi dei suoi due figli e sbranano a morsi le loro povere membra; poi afferrano anche lui che viene in soccorso brandendo le armi e lo avviluppano con le enormi spire e, avvinghiatolo con due giri attorno alla vita e avvintogli il collo con i dorsi squamosi, lo sovrastano con la testa e con i colli alti. Egli, con le bende sacre cosparse di sangue corrotto e nero veleno, si sforza con le mani di sciogliere i nodi; e leva al cielo urla strazianti come il muggito di un toro ferito che fugge dall’altare del sacrificio e scuote via dal collo la scure non piantata bene. I due serpenti, strisciando, fuggono verso gli alti templi e si dirigono sulla rocca della terribile Tritonide e si acquattano ai piedi della dea sotto la ruota dello scudo. Allora a tutti si insinua nei cuori tremanti un nuovo terrore e dicono che Laocoonte ha giustamente pagato per il suo delitto, lui che colpì con una lancia il sacro cavallo e scagliò sul suo fianco l’empio giavellotto. Gridano a gran voce che si deve condurre il simulacro al tempio e pregare il nume della dea. Facciamo una breccia nelle mura, e apriamo la cinta della città. Tutti si accingono al lavoro, pongono rulli scorrevoli sotto le zampe e tendono corde di stoppa intorno al collo. La fatale macchina da guerra sale le mura col ventre pieno di armi. I ragazzi e le vergini intorno intonano canti sacri e gioiscono nel toccare con la mano la fune. Quella sale e minacciosa scivola nel cuore della città. O patria, o Ilio casa degli dei e mura dei Dardanidi famose in guerra!
Commenti
Posta un commento